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Rischio sismico in Italia, la nota del CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri), con la stima e i costi per la messa in sicurezza degli edifici


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L’Italia è un Paese ad alto rischio sismico e come tale registra annualmente un cospicuo numero di terremoti, di cui solo un centinaio sono percepiti dalla popolazione.

Considerando gli ultimi 150 anni si è stimato che i terremoti che realmente hanno causato danni a persone e cose si sono verificati mediamente 1 ogni 5 anni.

La classificazione sismica attuale è stata prodotta dalle Regioni, che hanno stilato l’elenco dei Comuni con la relativa attribuzione ad una delle 4 zone simiche, a pericolosità decrescente:

Zona 1: la zona più pericolosa ove possono verificarsi fortissimi terremoti
Zona 2: in questa zona possono verificarsi forti terremoti
Zona 3: in questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari
Zona 4: la zona meno pericolosa ove i terremoti sono rari

Dei circa 60 milioni dei residenti italiani, oltre 21,5 milioni di persone abitano in aree del Paese esposte a rischio simico molto o abbastanza elevato (classificate, rispettivamente, 1 e 2), con una quota pari quasi a 3 milioni nella sola zona 1 di massima esposizione e altri 19 milioni risiedono, invece, nei Comuni classificati in zona 3.


Rischio sismico in Italia, lo stato conservativo delle abitazioni

Il CNI, sulla base dei dati Istat, ha pubblicato nella nota una serie di tabelle (aggiornate all’anno 2011) per chiarire la situazione degli immobili in Italia, in particolare le tabelle riguardano:

• stima del numero di abitazioni, per anno di costruzione e per regione
• edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
• numero di residenti, per regione e zona sismica
• stima del numero di abitazioni a potenziale rischio sismico, per regione e per zona sismica
• stima del numero di abitazioni a potenziale rischio sismico per anno di costruzione e per regione
• stima dei costi necessari per mettere in sicurezza le abitazioni dal rischio sismico, per regione e per zona

Dalla lettura dei numeri possiamo fare le seguenti considerazioni.
Il numero di abitazioni nel nostro paese è 29.074.722, di cui circa 22 milioni costruite prima del 1974 (anno della prima normativa antisismica), circa il 75% delle abitazioni; mentre il solo 5% delle abitazioni è stato edificato dopo il 2001 col rispetto della normativa.
Considerando lo stato di conservazione e la classificazione sismica, la stima degli interventi da effettuare coinvolgerebbe circa 12 milioni di immobili, che dovrebbero essere destinatari di opere di risanamento e messa in sicurezza statica, interessando circa 23 milioni di cittadini, con una stima dei costi necessari per mettere in sicurezza le abitazioni dal rischio sismico, per regione e per zona, pari a circa 93 miliardi di euro!


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